AD-RIDDLEProgetto Europeo AD-Riddle, diretto dalla Prof.ssa Patrizia Mecocci.

Il 30 Gennaio 2024 è stato ufficializzato l’inizio del progetto Europeo AD-Riddle (tradotto:l’enigma malattia di Alzheimer), a cui partecipa l’istituto di Gerontologia e Geriatria dell’Università di Perugia-Azienda Ospedaliera di Perugia, diretto dalla Professoressa Patrizia Mecocci.

AD-Riddle riunisce 24 centri di ricerca (clinica, farmaceutica, biologica, bio-ingegneristica, informatica, oltre ad associazioni di familiari e pazienti con demenza) allo scopo di colmare la distanza fra l’individuazione precoce dei soggetti a rischio di malattia -oggi affidata solo a centri specialistici non sempre accessibili a tutta la popolazione- e la presa in carico da parte dei sistemi sanitari, che spesso avviene quando la malattia è già molto avanzata.

Il problema è enorme se si pensa che la malattia di Alzheimer (AD), la principale causa di demenza,

colpisce 55 milioni di persone in tutto il mondo, di cui 9 milioni in Europa.

Principale scopo del progetto è dunque quello di individuare le persone a rischio nelle fasi più precoci della malattia utilizzando modalità che siano di facile uso, poco costose ma altamente affidabili e applicabili al più alto numero di soggetti sia per proporre terapie, farmacologiche e non farmacologiche quanto più efficaci, sia per mettere in atto azioni di prevenzione che impediscano l’evoluzione della malattia anche nei soggetti a rischio.

Per questo il progetto si propone di creare diversi strumenti di valutazione utilizzabili sia dalla popolazione in generale che dai medici di medicina generale e dai medici specialisti, in un sistema di collaborazione e di utilizzo dei vari strumenti che verranno sviluppati nel progetto e proposti a seconda delle necessità.

Finalità del progetto sono dunque:

  • creare un portale accessibile ai cittadini per aumentare la conoscenza e la consapevolezza sulla malattia ed effettuare un’autovalutazione delle proprie funzioni cognitive che possa rappresentare, se necessario, la porta di ingresso verso una valutazione più approfondita
  • creare ed utilizzare sistemi e test digitali per la valutazione delle funzioni cognitive
  • validare una serie di biomarcatori misurabili nel sangue che permettano di sospettare la malattia di Alzheimer evitando modalità di studio più invasive o costose come il prelievo di liquor o l’esecuzione della PET.

La capacità di fare diagnosi e di predire l’evoluzione o meno verso la malattia con i biomarcatori digitali e del sangue verrà valutata utilizzando sofisticati sistemi di intelligenza artificiale in grado di analizzare migliaia di dati con creazione di algoritmi che potranno, nel prossimo futuro, essere usati anche in ambulatori non specialistici ma diffusi nei territori e necessari per un più ampio screening della popolazione.

Ciò permetterà di proporre terapie sempre più personalizzate, capire meglio le diverse forme di malattia di Alzheimer, sotto il cui nome si raggruppano spesso altre forme meno conosciute e studiate di demenza, favorire modalità di prevenzione che, ci si auspica, venga sempre più sostenuta dalle politiche sanitarie delle Regioni e del SSN.

 Link del press release del progetto